Becco Bunsen
Nella seconda metà del XIX secolo a partire dall'Europa si affermò l'impiego del gas illuminante; la progressiva crescita delle reti di distribuzione suggerì l'impiego di questo combustibile anche per i sistemi di riscaldamento utilizzati nei laboratori. I vantaggi dell'impiego del gas rispetto al carbone erano evidenti a tutti: nessuna necessità di magazzini per il combustibile, fornitura costante dalla rete di distribuzione, niente polvere e niente cenere. Per poter impiegare il gas come combustibile nei laboratori vennero inventati appositi apparati: i bruciatori. Tra i vari modelli di bruciatore quello che riscosse maggior successo e diffusione fu il "becco Bunsen", detto più brevemente Bunsen dal nome dell'inventore.
Il Bunsen è costituito da un tubo metallico recante alcuni fori laterali alla base; in corrispondenza dei fori è inserito sul tubo un anello metallico anch'esso forato che ruotando consente l'entrata nel tubo del bruciatore di una quantità d'aria variabile. Il gas brucia così in modo diverso e fornisce una fiamma con proprietà diverse.
Molto rapidamente questi bruciatori andarono a sostituire gli scomodi e ingombranti fornelli a carbone e sono ancor oggi, un elemento caratteristico dei laboratori. Unico limite dei Bunsen sono le dimensioni della fiamma che viene prodotta, infatti non è possibile aumentare il diametro dei tubi oltre qualche centimetro. Si risolse questo problema accoppiando svariati becchi fino ad ottenere batterie di bruciatori di lunghezze anche superiori al metro.
Le forme dei bruciatori sono molto diverse ma tutte mantengono i due elementi fondamentali del tubo e del miscelatore d'aria; in alcuni casi sono presenti alcuni accessori quali camini o diffusori di fiamma da applicare in testa al tubo.