Bilancia di precisione appartenuta a Stanislao Cannizzaro
Stanislao Cannizzaro (Palermo 1826 - Roma 1910) seguì nella sua giovinezza un corso di studi classici, ma rivelò una preferenza per la matematica, lasciando presagire una spiccata propensione per le discipline scientifiche; proseguì a quindici anni con studi universi-tari nel settore medico, matematico e letterario, ma non giunse a conseguire alcuna laurea. Fondamentali per la sua formazione furono invece tre anni di un corso di fisiologia, durante i quali si appassionò alla biologia e iniziò la ricerca sperimentale, in cui poi divenne abilissimo.
A diciannove anni, avendo partecipato a Napoli ad un importante congresso, entrò in contatto con alcuni fra i più prestigiosi e validi scienziati che l'Italia avesse in quel momento, come il fisico Melloni e il chimico Piria; quest'ultimo, intuendon e le grandi capacità, lo volle con sé all' Università di Pisa e lo introdusse alle più avanzate tecniche sperimentali del momento, trasmettendogli la passione per l'esattezza delle procedure e per l'elegante chiarezza nell' esporre, che diventeranno in seguito peculiari del suo stile. Quando, per aver partecipato all'insurrezione contro i Borboni in Sicilia nel 1848, fu costretto a fuggire in Francia, ne approfittò per visitarne le industrie, arricchendo così le sue conoscenze anche sul piano degli aspetti produttivi. A Parigi poi entrò in contatto con i più eminenti chimici che vi si trovavano in quel momento e potè così perfezionare la sua preparazione scientifica al punto che fu richiamato in Italia dal governo sabaudo, perché insegnasse al Collegio Nazionale di Alessandria. In questo periodo incominciarono a delinearsi chiaramente alcune sue linee di ricerca, in particolare sugli alcoli, che lo avrebbero reso famoso.
Nel 1855 fu nominato professore di Chimica Generale all'Università di Genova; qui trovò una situazione di grave arretratezza e con energia si impose perché gli fossero forniti adeguati mezzi allo scopo di attrezzare modernamente illaboratorio e fondare un centro di ricerca all'altezza dei tempi. Negli anni di Genova (1855 - 1861) oltre a curare lo sviluppo del laboratorio, approfondì gli studi di Chimica Generale e pubblicò, sotto forma di lettera ad un amico, il "Sunto di un corso di filosofia chimica" che, su insistenza del suo maestro Piria, fu presentato a Karlsruhe nel settembre 1860 ad un congresso dei più importanti chimici esistenti al momento; questi si dibattevano ancora nelle maglie di questioni fondamentali come ad esempio quella di una chiara distinzione fra i concetti di atomo e di molecola: Cannizzaro indicando un metodo per misurare il peso atomico degli elementi contenuti in un composto, chiarì questi due concetti con argomentazioni lineari e accompagnate da conferme sperimentali così irrefutabili che suscitò grande impressione e acquisì un'immediata celebrità. Lo stesso Mendeleev, presente al congresso, si avvalse delle sue vedute per procedere alla stesura della classificazione periodica degli elementi, completata nel 1869.
Nel 1861 Cannizzaro lasciò Genova, nominato Professore di Chimica Inorganica e Organica nella sua città natale, Palermo; come a Genova dovette riorganizzare l'insegnamento della Chimica sotto ogni aspetto, e richiamati dalla sua fama, vennero a collaborare con lui giovani scienziati italiani e stranieri, che dettero in seguito contributi importanti allo studio di questa giovane disciplina. Nei dieci anni di Palermo, in cui fu anche rettore dell'Università, approfondì soprattutto gli studi di chimica organica, già avviati nel laboratorio di Piria, occupandosi in particolare di composti aromatici.
Nominato Senatore del Regno, nel 1871 fu chiamato all'Università di Roma; qui, nell'orto di un vecchio convento in Via Panisperna, potè infine costruire un vero Istituto Chimico, dove perfezionò i suoi studi sui composti organici ed avviò quelli sulla santonina, una complessa molecola di cui riuscì a delineare la formula, malgrado i mezzi ancora primitivi di cui disponeva la chimica in quei tempi. Anche a Roma attirò studiosi di grande valore e fondò una scuola che, dopo la sua scomparsa, fu in grado di proseguire con ricerche in molti campi, favorendo la formazione di ricercatori importanti a livello nazionale e internazionale.
In questo breve sunto dei dati relativi alla sua vita e ai suoi eccezionali meriti scientifici, non può mancare la segnalazione dell'impegno sociale e politico con cui Cannizzaro visse il suo tempo: come già accennato non solo partecipò con generoso coraggio ai moti insurrezionali per liberare la Sicilia dal dominio dei Borboni, combattendo come ufficiale d'artiglieria e poi assumendo l'incarico di deputato al Parlamento siciliano, ma seguì sempre con attenzione gli avvenimenti politici della sua terra, accorrendovi dopo lo sbarco di Garibaldi; in questa occasione, con rettitudine e con sagacia, contribuì allo sforzo di armonizzare gli interessi della sua isola con quelli del nascente stato unitario. Ebbe della politica un concetto nobile ed elevato: arrivato ad alte cariche, fino a quella di Senatore del Regno, si servì del suo successo personale e dell' autorevolezza che gli era riconosciuta, perché in tutte le principali Università sorgessero istituti per le scienze sperimentali, non solo per migliorarne l'insegnamento, ma anche per favorire lo sviluppo industriale dell'Italia. S. Cannizzaro inoltre non solo si occupò di scienza ai massimi livelli per il suo tempo, ma anche curò l'istituzione di una scuola rivolta al popolo, attenta perfino alla formazione serale degli operai, dimostrando così la sua grande fiducia nell'istruzione per tutti, come valore fondante della società.